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MUSICA LEGGERA

Cetera


Cetera

1. Epilogue

2. Il vero amore

3. Colpisci tu

4. Ridi anche tu ridi

5. La notte che j'ho regalato

6. Ahimè s'avanzan già del giorno i lumi

7. Canzone per Rita (old)

8. Gli angeli

9. Una sera

10. Che ce vo'

11. Il quadrato

12. La ninfa deleteria

13. Tutte le cose

14. Non tornare più a casa

15. Tutti i più vecchi clienti

16. Vado dellà



(se vuoi sentire "Che ce vo'" su youtube con la mia foto sullo sfondo clicca qui)

"CETERA" più che un album è una raccolta di cose rimanenti appunto, ma paradossalmente proprio la loro eterogeneità (di genere, di epoca di concepimento, di interpreti, di sistema di registrazione ecc...) crea un'atmosfera unitaria pure se insolita. Che dunque richiede di esser presentata anche al consesso degli intellettuali.
"Epilogue", nonostante il titolo e il fatto che sia l'ultima canzone che ho scritto (a sessant'anni), apre la porta a tre sorelline concepite invece nella mia prima adolescenza.
"La notte che j'ho regalato" è cantata da mia moglie Elvia; "Ahimè s'avanzan..." da Tito Schipa jr.; "Che ce vo'" è la versione originale di "Semo gente de borgata".
Dall'undecimo al quindicesimo brano ho messo di seguito vecchie registrazioni, prese dal vivo nel salotto di Tito e Adriana Ruvolo e al "Cenacolo", un teatrino di via Cavour a Roma negli anni ottanta.
Il mio amichetto Stefano Trabalza mostra la sua elegante musicalità e la sua dolcezza poetica soprattutto nell'ultimo brano. Chi ha orecchi da udire oda!

Marco e Stefano


Marco e Stefano

1. Mi chiamo Stefano*

2. Mamma

3. Caro bimbo*

4. A Pietralata

5. Amami stringimi*

6. Viale Tiziano

7. Passa il tempo*

8. Resta con noi

9. Fatti cullare*

10. L'amore si fa

11. Mara però*

12. Rinsegnami a volare

13. So' zoccole**

14. Senza parole

15. Ti porterò con me**



Le canzoni contrassegnate con asterisco sono di Stefano Trabalza. Quelle con due sono un parto comune.

“Amami stringimi” è una registrazione dal vivo, fatta a casa mia nel ‘70. La voce è quella di Stefano, quando aveva diciannove anni.

Ecco l’album “Marco e Stefano”, con le nostre effigi temerariamente in copertina. A che età non conta, perché i poeti non hanno età. Sono riuscito dunque, finalmente, a coinvolgere il mio amichetto. E debbo dire che, oltre a cantare, mi ha dato anche qualche buon consiglio, a partire dalla prima canzone: “Mi chiamo Stefano”, dove si presenta. Il resto dei brani non abbisogna di commenti per chi frequenta, dolorosamente, l’aristocrazia dello Spirito; tranne “Fatti cullare”, che si chiude con una citazione mutila forse anche troppo amara: “we have lost...”, da una canzone dei Beatles e “Ti porterò con me". Non ho mai dato eccessiva importanza a questa canzone. Invece, registrandola, è successo che a un certo punto non riuscivo a cantarla perché mi si strozzava la voce soprattutto quando il testo recita: “dammi la mano, chiudi le palpebre ed io ti porterò – ti porterò con me...”.Evidentemente fin da ragazzi avevamo la consapevolezza che, rivolgendoci alla femminuccia sprovveduta del momento, l’avremmo portata in un’altra dimensione. Credo che qualsiasi “femminuccia” degna di questo nome, non possa ascoltare “Ti porterò con me” senza commuoversi.

Sgombrate l'oceano


Sgombrate l'oceano

1. Diesilla

2. Giro giro*

3. Spossatessa

4. Il lavoro stanca*

5. Quando ci risveglierai

6. La signora di velluto*

7. Bambina ti voglio

8. Fame*

9. Autobus sporco*

10. La cicuta

11. Tutenesc

12. Conta su di me*

13. Gli animali*

14. Le farfalline celestine

15. A Mogadiscio*

16. L'oceano



Le canzoni contrassegnate con asterisco sono di Stefano Trabalza.

“A Mogadiscio” è una registrazione dal vivo, fatta con strumenti e mezzi di fortuna nel 1970 a casa mia, a Roma, su un “Revox A 77” a due piste. La voce è quella di Stefano, quando aveva diciannove anni.

La notte di martedì 17 Novembre 2009 mi sono sentito (finalmente) il montaggio delle canzoni di questo disco: il CD “SGOMBRATE L’OCEANO”. E’ un disco sbagliato perché di una bellezza infinita. Non è per moltitudini. Credo che sia inascoltabile sotto acido, per inflazione psichica. Ho rilevato certi errori tecnici (alcuni suoni chiusi, episodiche disattenzioni, mancate valorizzazioni sonore, squilibri di pesi fonici ecc…) ma ho deciso di non rimetterci mano, primo perché è più comodo, poi perché chi ha orecchi da udire oda. Io non devo vendere dischi.
Il titolo di questo florilegio di canzoni “SGOMBRATE L’OCEANO” deriva da quello che conclude la silloge: “L’OCEANO”.
Con questo brano Stefano ed io eravamo soliti concludere i nostri concerti o spettacoli teatrali negli anni 70/80 e anche oltre. Purtroppo con la sua voce si può ascoltare soltanto “A Mogadiscio” perché ha preferito non partecipare in alcun modo alla realizzazione di questo CD.
Peccato perché Stefano, pur non avendo titoli accademici, nel campo della canzone è un autore che teme ben pochi confronti, sia a livello musicale che poetico. Io stesso ho acquisito buon gusto ed eleganza grazie al “super-io” del suo sorrisetto ironico che ho sempre avvertito mentre scrivevo.
Appena conosciuti infatti, a quattordici anni circa, ci siamo odiati subito: io suonavo la chitarra meglio, e lui era più bello. Però di incontrarci mi pare che sia valsa la pena.

Ritratti a memoria


Ritratti a memoria

1. Canzone della nascita / Io (autoritratto)

2. Elisabetta

3. Canzone per Chiara / In un sogno d'amore

4. Lulu'

5. Valentina

6. Isola del sole / Tornera' tornera' la mia piccola

7. Marilena mia

8. Canzone per Rita

9. Ridatemi Pina

10. Emanuele



La canzone “In un sogno d’amore” è cantata da Elvia Valente. Il testo di “Canzone per Rita” è di Tito Schipa jr.

“RITRATTI A MEMORIA” è una raccolta di brani che si apre con la “nascita” del protagonista e con le sue prime esperienze da bambino. Seguono dei “ritratti” appunto, cioè ricordi di certe giovani ragazze che, a volte senza volere, hanno segnato la nostra vita accendendo passioni indelebili, dalla vertigine degli smarrimenti alla gelosia bruciante.
Anche persone del nostro stesso sesso influiscono su di noi, ma spesso più sulla corda squisitamente poetica che su quella musicale dell’animo.
L'ultima canzone è dedicata a mio figlio, Emanuele.

Viaggio nel primo amore


Viaggio nel primo amore

1. Annarita suite

2. Child of darkness

3. La mia fidanzata

4. Canto del milite ignorato

5. Piccola donna

6. L'uomo è cattivo - Cin cin anima

7. Dietro questo viso da furbetto

8. Il demonio

9. Epilogo (Il viaggio - Porta Pia - Ripresa Annarita)



I temi musicali di "Torna Topolino!" e "Porta Pia" sono di Stefano Trabalza.Il testo di "Child of Darkness" è di Penny Brown.La voce femminile nel "Canto del Milite Ignorato" è di Elvia Valente.

Perché questo titolo?

Ci si può innamorare e avere altre emozioni molto forti a qualsiasi età, ovviamente. Però credo che l’intensità di un sentimento conosciuto durante l’adolescenza raramente possa essere provata di nuovo. Con Annarita, l’involontaria e inconsapevole ispiratrice di questo Album, non c’è mai stato nulla: ha saputo che mi veniva il batticuore quando, a quattordici anni, mi capitava di vederla magari da lontano, solo poco tempo fa. E quando glie lo ho detto è caduta dalle nuvole.

Il primo brano : “Annarita suite”, è un po’ lungo perché parla del nostro primo incontro e dell’immediata gioia che ne è nata (“assaggiavo la tua bocca / e sapeva di felicità”) associata per altro a un infantile ritornello musicale, ma anche di qualcosa di indefinito che comincia a incrinare questo stato di grazia (“la tempesta m’è scoppiata nella testa”) e dello smarrimento per il distacco (“sei sparita come un libro dal mio comodino / e io scrivo col mio sangue: “torna topolino!”).

I brani seguenti, apparentemente del tutto scollegati, descrivono in realtà le varie tappe che si susseguono materialmente ed emozionalmente nell’animo di Marco: le varie ragazze fra cui una americana che scrive il testo di “Child of Darkness”, un’altra che fa parte delle tante “fidanzatine” ufficiali, un’altra ancora forse un po’ troppo piccola per lui che sta ormai per finire il liceo…
C’è poi un affettuoso omaggio all’atmosfera dei cori alpini, ispirato dalla prospettiva del servizio militare che invece ho per fortuna evitato; quindi le prime riflessioni sul “male di vivere”: “l’uomo è cattivo, ma si può scusare / è solo un muscolo che muore!”; l’ironia del “viso da furbetto” che qualche volta siamo costretti ad assumere, fino alla disillusione espressa nel penultimo brano: “mille fienili di stelle ho riempiti / li ho regalati a chi non li ha capiti”.

Ma dopo tutto questo, a distanza di tempo, basta ripetere un viaggio proprio verso il paesino dei nonni e magari tornare con la mente a qualche luogo inaspettatamente saturo di poesia come la piazza romana di Porta Pia, per risentirsi dentro quelle immagini, quei profumi, quelle sensazioni forti insomma, che hanno colorato la nostra prima adolescenza e che, in questo caso, si identificano con un semplice “visetto limpido”. Quello di Annarita.

P.S. Se non avessi mai conosciuto Stefano Trabalza questo Album sarebbe stato meno bello.

E la campana sòna...

E la campana sona...

1. Nu' semo nati

2. La Villa non se tocca

3. Notte bella

4. La cricca della Villa

5. Marì

6. E la campana sòna

7. Fattaccunci

8. Dammejo 'no bacitto

9. Bella me'

10. Gioseppa

11. Semo tridici fijole

12. La ballata della rascia

13. Serenata

14. 'Canto fiume

15. La Villa me'

16. Memorie di un triste passato

Questa cassetta è una forma di omaggio a Villa San Sebastiano, o meglio a "la Villa". Un paese che, almeno negli ultimi decenni, si è distinto per una considerevole presenza di personaggi illuminati da talento musicale e poetico.
Contiene brani di forte sapore popolare, altri nostalgici, altri ancora tristemente "veristici". Tutti comunque ideati e scritti in uno stato di grazia, come si conviene ad ogni vera forma d'arte.
La maggior parte di essi è stata concepita negli anni '80, ma i rimanenti ci portano molto indietro nel tempo: all'inizio degli anni trenta si era organizzata una grande festa a Tagliacozzo. La Villa partecipò inviando un carro trionfale, su cui "tridici fijole" cantarono quattro canzoni scritte dal compianto Irnerio Balestra. Anche questi "classici" sono contenuti nella raccolta e continuano ad emozionare.
Sono stati resi ascoltabili soltanto i brani di cui Marco Piacente è autore (E la campana sòna...) o coautore (Fattaccunci, La Villa non se tocca, La Villa me’, Bella me’, Serenata) con Angelo Ricci o (Memorie di un triste passato) con Pietro Zizzari.

ALTRE CANZONI